Studio Fab

Mostra internazionale presso Studio Corbetta

Just Start Volume I

Dal primo di Luglio prende il via la collettiva di arte visuale “Just st|Art” una coprogettazione OpenArtelier e Francesco Corbetta studio in via Rodari 8 a Como; la mostra mette in giustapposizione le arti visuali dalla fotografia, alla manipolazione grafica e a tutti quegli interventi modificativi della realtà per ottenere una visione di artista; impressionistica, se vogliamo, per mostrare al pubblico la realtà per come viene vista dall’artista visuale, tanto quanto espressionista ovvero mostrando la realtà per quella che è veramente, dove la manipolazione non aggiunge ma sottrae restituendo la realtà nuda e pulita che raggiunge direttamente lo spettatore. Al pubblico si restituisce la visione chiara e netta di realtà diverse, dove ove protagonista dialoga del presente con lo spettatore e l’esibizione mostra, in modo corale, ma senza giudizio il nostro contemporaneo. Questo prima esibizione è una sorta di primo volume di una narrazione più articolata, la seconda parte troverà spazio nel Baradello Art Lab, nel mese di settembre e sarà l’ultima della rassegna del 2023; si crea così un legame tra la città e il Parco della Spina Verde, una galerie éphémère, che collega, come il leggendario passaggio segreto (mai trovato ma molto citato), il centro cittadino al palazzo imperiale.

 

I protagonisti della esibizione:

 Nicholas Berdysheff (USA): nelle sue opere esplora la figura femminile, in un ambiente metropolitano quasi da sogno, surreale, la figura stessa si trasforma per diventare in parte un movimento, il tema suggerito sembra quasi essere l’aria; che vediamo disegnare e creare le forme di questi corpi, a volte bloccati nel momento, figure volanti ed eteree. Immagini rigorosamente in bianco e nero, quasi a volere che l’occhio dello spettatore si concentri maggiormente sul soggetto.

Francesco Corbetta (IT): la lettura di Francesca Tripoli su questa serie #guardomanonvedo è quella di un uomo contemporaneo che viene messo di fronte (e subisce) una smisurata quantità di segnali e stimoli visuali (basti pensare ai social) e quindi vive dentro una iconosfera, soggetti a un continuo bombardamento mediatico. Ne consegue una necessità emergenziale di selezione; di questo né ben consapevole l’artista che mette un muro bianco che nulla ci fa vedere ma che ha, paradossalmente lo scopo di aprirci gli occhi. Questo spazio bianco lascia posto per essere colmato con il nostro immaginario, le nostre emozioni e i nostri pensieri. Uno spazio per far vedere e non semplicemente guardare.

 Bettina Musatti (IT): ci presenta nella serie, “Chi va, chi viene” una sovrapposizione di immagini che donano ritmo alle figure passanti in due direzioni contrapposte; l’occhio, quindi, vaga nella duplicazione cercando una logica nella casualità del movimento che ha per sfondo un ambiente fatto di case e alberi appena accennati. L’artista ha creato questa serie di scatti in 10 giorni, osservando dalla sua finestra in valle Aurina divenendo, il timelapse, diario di vita.

Tara Sellios (USA): l’artista scrive ““…mi sforzo di creare immagini che articolano elegantemente la totalità dell’esistenza, concentrando fortemente la natura istintiva e carnale sottostante della vita di fronte alla fragilità e all’impermanenza”. L’insieme di figure compone una forma tanto armonica quanto seducente, l’occhio dello spettatore vaga dal dettaglio all’insieme complessivo, figure inquiete in movimento perenne; ma se da un primo sguardo pensiamo a una ennesima manipolazione della realtà, osservandoli meglio sono composizioni reali e fotografiche, posate con morbosa precisione e immobilizzati nello scatto analogico. Fotografie still life che si rifanno alle grandi composizioni pittoriche del XV° e XVI° secolo.

OpenArtelier: presenta la nuova mostra “Just st|Art” in collaborazione con lo studio Corbetta di Como, portando, a confronto, lo stile e le visioni di quattro diversi fotografi con stili e temi ben distinti e di sicuro impatto sullo spettatore. Nato come un portale web di arte contemporanea durante la pandemia ha creato in questi anni uno spazio virtuale vivo e pulsante dove sviluppare e far conoscere le proprie storie e le proprie opere, in un contesto in cui l’arte è la vera protagonista, nonché stimolare lo scambio culturale, mettendo al centro di tutto gli artisti, diversi per stile e formazione, ma accomunati dalla voglia e dalla passione di trasmettere a collezionisti e amanti dell’arte la loro visione del mondo. Un nome, dunque, che sia sinonimo di aggregazione e condivisione per coloro che fanno dell’arte la propria essenza vitale, che rifletta e porti alla luce quell’opera unica, che sappia farsi ammirare e conoscere. Un lavoro, questo, che nasce dalla voglia del gruppo fondatore di promuovere e divulgare idee, bellezza ed emozioni, con la volontà di raggiungere un pubblico in grado di fruire quanto proposto, garantendogli qualità e competenza. Spazio virtuale che con esibizioni come questa diventa, anche, spazio reale.

 

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